Il Taurasi

Il vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita Taurasi viene prodotto attraverso la vinificazione di vitigni coltivati nella provincia di Avellino. In particolare il disciplinare di produzione prevede che debba provenire dai diciassette comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemileto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant'Angelo all'Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano.
E' prescritto che debba essere coltivato sulle colline dell'Irpinia, mentre non è consentita la sua coltivazione a fondovalle, perché le caratteristiche climatiche non sarebbero ideali.
Il vitigno principale deve essere rappresentato dall'Aglianico che deve concorrere alla produzione del vino fino ad una percentuale minima dell'85%. Il restante 15% può derivare da altri vitigni a bacca rossa non aromatici, raccomandati o autorizzati per la provincia di Avellino.
Il vitigno Aglianico ha origini antichissime, essendo stato introdotto sul territorio dai Greci. Sviluppatosi in tutto il meridione, offre le sue migliori prestazione all'interno della regione campana.
Le sue peculiarità cambiano a seconda della zona di produzione e gli permettono di offrire sempre nuove e diverse sensazioni olfattive e gustative.
Il Taurasi può essere immesso sul mercato con tale denominazione solo se arriva ad avere minimo 12° di tasso alcolico, che salgono al 12,5% se si è in presenza della Riserva.
L'invecchiamento minimo del Taurasi DOCG è di tre anni, uno dei quali deve trascorrere in botti di legno, mentre la Riserva deve invecchiare per almeno quattro anni, di cui diciotto mesi in botti di legno.
E' una tipologia di vino dal colore rubino intenso con toni tendenti al granato. Con l'invecchiamento raggiunge delle sfumature color arancio. Il sapore invece è molto equilibrato ed asciutto, con un retrogusto persistente.
La rinascita di questo vino risale agli anni '30, dato che nel nord Italia e in Francia si era diffusa la Filossera, un pericoloso parassite della vite, che portò ad una vera e propria devastazione di numerosi vigneti. I vini irpini rappresentarono così una vera e propria ancora di salvezza per tutti i contadini che avevano perso gran parte del loro raccolto. A beneficiarne furono soprattutto Piemonte, Toscana e Bordeaux.
Tra i piatti con cui si può ben abbinare vi sono pietanze elaborate e ricercate, come ad esempio l'agnello cotto al forno con le patate, ma si può suggerire anche l'abbinamento con la lasagna alla napoletana.
La versione Riserva è ottima abbinata con carni rosse e scure, formaggi pecorini stagionati e piccanti e con gli arrosti.

Dott.ssa Chiara Bardini - Responsabile Comunicazione Everywine.biz
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