Vino Nobile di Montepulciano

Il nome di questo vino è significativo, poiché è legato al suo alto livello qualitativo, ma è anche indice del fatto che nel corso dei secoli è stato servito sulle tavole di nobili e potenti signori.
Pare che il documento storico più antico riferibile al Vino Nobile di Montepulciano risalga addirittura al 789, quando un chierico offrì alla chiesa di San Salvatore Lanciniano sull’Amiata una terra coltivata a vigneti.
Nel corso della storia la sua fama si è accresciuta e ci sono arrivate numerose testimonianze scritte che ne declamavano le grandi qualità, in un consenso crescente che è sfociato nei grandi successi ottenuti da rinomate cantine enologiche verso la metà del 1800, che gareggiavano proprio con questo vino.
Tutto questo apprezzamento però svanì entro i primi anni del 1900, quando il Nobile di Montepulciano – anche in seguito ad una critica assai negativa ricevuta dall’enologo della monarchia britannica durante un concorso – fu abbandonato e dimenticato dai più.
La svolta storica si ebbe solo nel 1933, quando una cantina ancora attiva partecipò ad una mostra mercato di vini tipici, presentando il Vino Nobile di Montepulciano ed ottenendo entusiasti riscontri.
Il suo esempio fu poi seguito da altre cantine che nel 1937 fondarono la Cantina Sociale per aumentare la diffusione e la commercializzazione di questo vino, anche se le quantità imbottigliate erano ancora irrisorie rispetto a quelle del vino Chianti.
Negli anni sessanta arrivarono poi i contribuiti dello Stato e della Comunità Europea, che consentirono a numerose aziende di convertire la produzione da Chianti e Vino Nobile di Montepulciano e diedero una grossa spinta alla diffusione di questo importante rosso.
Nel 1966 è arrivata la denominazione di Origine Controllata, mentre è del 1980 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, prestigioso riconoscimento attribuito per la prima volta in Italia ad un vino.
Il disciplinare ne regolamenta i diversi aspetti della produzione: le uve impiegate devono essere coltivate all’internodel comune di Montepulciano, in una zona compresa tra i 250 ed i 600 metri s.l.m.
Tra i vitigni utilizzabili, quello più importante è il Prugnolo Gentile, che deve concorrere con una percentuale minima del 70%, mentre la restante quantità può essere ottenuta dal Canaiolo Nero o dai vitigni raccomandati o autorizzati per la provincia di Siena: la percentuale massima spettante ad ognuno di questi è pari al 20%. Escluse le uve aromatiche (ad eccezione della Malvasia del Chianti) e le uve a bacca bianca in quantità superiore al 10%.
La resa massima per ettaro è di 80 quintali, mentre quella dell’uva in vino può arrivare fino ad un tetto del 70%.
Il Vino Nobile di Montepulciano deve invecchiare almeno 2 anni, che diventano tre nel caso della Riserva. La gradazione minima che deve raggiungere è di dodici gradi e può essere conservato in bottiglia per un periodo medio-lungo.
Se ne consiglia l’abbinamento con carni rosse o selvaggina, ma si presta bene anche come accompagnamento di formaggi stagionati.
Il sapore è armonico ed elegante, con sentore di confettura e di frutti del sottobosco.
Si consiglia di servire ad una temperatura di 18-20 gradi.


Chiara Bardini - Responsabile Comunicazione Everywine.biz

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