Macchine da stampa: immaginazione fervida e realtà che supera l’immaginazione: dai Fenici alle tecniche di stampa contemporanea

In fondo non abbiamo idea di cosa significhi vivere senza luce elettrica, ce l’abbiamo sempre avuta, salvo durante i black out o quando ci avventuriamo in vacanze campeggio armati di torcia, che comunque è luce. Ma, oltre alla luce elettrica, ci sono tutta una serie di altre innovazioni che fanno parte della nostra esistenza quotidiana che non destano nessun stupore in noi. Hanno sempre fatto parte della nostra vita, come potremmo notarle?

Più si studia la storia più sembra che i popoli del passato abbiano inventato prototipi rudimentali delle nostre attuali tecnologie. Da alcuni studi storiografici, per esempio, emerge la possibilità che i Fenici già utilizzassero tecniche sofisticate di tessitura e di tintura. Infatti, i Fenici sono storicamente famosi per la scoperta e l’utilizzo della porpora, una specie di pigmento rosso estratto da molluschi. Nelle aree in cui i Fenici erano soliti commerciare sono state rilevate quantità di merci commerciate con supposta produzione in serie, il ché fa pensare che questo popolo già conoscesse alcune tecniche serigrafiche. Certo che per arrivare alla progettazione e realizzazione delle prime macchine serigrafiche documentabili dobbiamo attendere i primi del ‘900.


La tecnica serigrafica prevede che si realizzino immagini su qualsiasi materiale tramite l’utilizzo di un tessuto, che originariamente era di seta (da qui il termine serigrafia). Il processo prevede che si depositi dell'inchiostro su un supporto e sulle aree libere del tessuto questo formi l’immagine progettata. Al giorno d’oggi la serigrafia è una tecnica utilizzata sia a livello artigianale, industriale che artistico. In ambito commerciale è usata principalmente per stampare immagini su tessuti di seta, cappelli, sciarpe, ceramica, vetro, carta, metalli, legno, materie plastiche, cd e dvd.

Ma l’ultima frontiera della stampa, soprattutto della stampa veloce si può dire siano le macchine da stampa flessografica. Queste ultime sono necessarie per la stampa delle etichette che ormai fanno parte quasi di ogni oggetto che popola la nostra esistenza. La stampa flexo è utilizzata principalmente per la stampa di imballaggi, e quindi nelle macchine packaging, anche se da diversi anni ha iniziato ad essere usata anche per la stampa di quotidiani. Le macchine per imballaggio quindi sfruttano le potenzialità di questo tipo di stampa. La matrice, che è flessibile come dice il nome flexo, viene avvolta ad un cilindro che viene ricoperto di inchiosto. Dopo di ché esso rilascia la stampa sul supporto tramite pressione. Tramite questo processo è possibile stampare su vari materiali e, in particolar modo, la stampa flexo risulta efficace per la stampa su cartoni ondulati e su superfici ruvide, come per esempio gli imballaggi. Le taglierine ribobinatrici sono ovviamente parte dei macchinari necessari alla produzione di etichette per imballaggio e imballaggi veri e propri.

Insomma, dai Fenici fino a noi, se ne è fatta di strada! La tecnologia avanza e così la capacità degli esseri umani di realizzare prodotti sempre più vicini alla propria idea iniziale, mentre gli antichi, la maggior parte delle volte, dovevano accontentarsi di produrre artefatti abbastanza lontani dalla fantasiose idee che popolavano la loro mente. Oggi, spesso, la tecnologia ci conduce alla situazione opposta: ci permette di realizzare prodotti che, per precisione e efficacia, sorpassano la nostra pur fervida immaginazione.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – Servizi Sem

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