L’acquisto di diamanti in tempi di crisi: investimento intelligente?
I diamanti
sono sempre stati un caso a parte nel mondo dei preziosi. Sia per la percezione
che ne ha il pubblico che per le dinamiche dell’industria estrattrice e la
complessità della catena di distribuzione, niente sembra normale nel processo
dell’acquisto
diamante.
Ebbene,
niente lo è, perché infatti sono state forze di mercato e pressioni da parte
degli attori chiave del settore a determinare le particolarità delle
transazioni di questa pietra. Da una parte, gli sforzi di marketing sviluppati
durante gli anni hanno fatto sì che il diamante abbia per i consumatori finali
di preziosi in valore superiore a quello reale, soprattutto se paragonato ai
livelli di offerta e esaurimento di altri preziosi.
In più, il
quasi monopolio dell’industria dei diamanti, esercito da De Beers e altri membri
dei sindacati e aziende minerarie, hanno fatto sì che questo prezioso non sia
soggetto come gli altri alle fluttuazioni del libero mercato. I diamanti,
infatti, non sono come l’oro soggetti a quotazione, il prezzo è invece
stabilito dalla parte dei produttori in base alla quantità a disposizione in un
determinato momento e, indubbiamente, in base ai livelli di domanda. Questo
vuol dire che non esiste un prezzo universale per questo prezioso: i
commercianti di negozi compriamo oro e
diamanti fanno riferimento a guide come il The Diamond Registry.
Questo fa
che il diamante sembri un bene più stabile di altri che invece soffrono le
tendenze dei mercati anche per l’alone di lusso ed esclusività che lo circonda,
ma la realtà è che di fronte ad altri metalli preziosi i diamanti non sono
necessariamente la miglior alternativa per investire in tempi di crisi
finanziaria.
In primo
luogo, i diamanti non sono fungibili né liquidi, il ché significa che anche se
mantengono il loro valore, sono poco flessibili a livello di scambi. L’oro e
altri metalli possono essere riutilizzati, fusi e rivenduti sotto altre forme,
il ché aggiunge alla già stabile natura di questo prezioso che, seppur soggetto
alle fluttuazioni dei mercati, si mantiene come bene stabile e rifugio. Il
diamante invece non ha il suo valore intrinseco legato alla composizione già
che il valore dipende in gran misura, del taglio.
Non hanno
contribuito al mantenimento del valore dei diamanti come prezioso gli ultimi
cambiamenti strutturali all’interno del mercato. Con una fornitura non limitata
dalle risorse naturali ma bensì dalle decisioni di compagnie come De Beers e un
numero crescente di fornitori per le domande di compro Swarovski che
sono riusciti a sintetizzarne la composizione e produrne artificialmente, il
dominio degli attori di sempre si è ridotto.
Anche la
diminuzione della domanda per i diamanti ha subito un calo da un tempo a questa
parte, obbligando i fornitori a ridurre i prezzi dopo che le vendite sono
diminuite di più del 20% in paesi come gli Stati Uniti, che rappresenta circa
la metà della domanda mondiale di diamanti.
I diamanti
quindi sono sì, un prezioso che rimane di alto valore e relativamente stabile
se considerati altri beni di lusso del mercato, ma non è necessariamente la
migliore scelta se stai pensando ad investire in preziosi per tutelare il tuo
patrimonio: l’oro e le gemme potrebbero essere una scelta più adeguata.
A cura di
Alba L
Prima
Posizione Srl – supera la crisi
Commenti